Venerdì sono stata al
Cinema, non accade spesso, ma ultimamente quando accade scelgo bene.
L’ultimo film che avevo visto era stato ARGO con Ben
Affleck, molto bello, appassionante, mi ha tenuta col fiato sospeso fino
all’ultimo secondo anche se sapevo già come andava a finire.
Venerdì sera è stata la volta di “Lincoln” di Steven
Spielberg, accompagnato da un’ottima compagnia e da una Coca piccola.
Ma veniamo al dunque:
il film è tutto incentrato su un particolare momento del
mandato di Lincoln: la sua battaglia per l’approvazione del tredicesimo
emendamento, che nel bel mezzo della Guerra di Secessione, avrebbe garantito
pari diritti giuridici ai bianchi e ai neri, che è anche tema centrale del
libro “Team of Rivals” scritto da Doris Kearns Goodwin, da cui Spielberg ha
preso spunto.
I personaggi sono stati sviluppati molto bene, se ne percepiscono
le caratteristiche psicologiche, ed è quasi impossibile non riconoscersi in qualcuno di loro; per non parlare della somiglianza tra l’attore Daniel Day -Lewis,
truccato in maniera impeccabile (cosa che non posso dire per Di Caprio in “J. Edgar”),
e Lincoln, che è a dir poco impressionante.
Mi viene da dire che sarebbe quasi perfetto già così com’è
per essere recitato in teatro; gli scenari non sono molti, ciò che conta nel
film di Spielberg è il personaggio e la sua interiorità, senza mai scendere nel
banale.
Interessante è anche il largo spazio che si è dato alla
famiglia, al rapporto con la moglie, con i figli, con la morte e col dolore, argomenti, che a mio
modesto parere, sono proprio quelli che rendono lampante “l’Uguaglianza”,
aldilà del colore della pelle, della distanza dal mare e della cultura.
In questa pellicola l’Idealismo fa da padrone: un uomo
politico che decide di fare qualcosa perché è giusto, e non perché gli avrebbe
portato voti, voti che anzi dovrà procurarsi “malleando” gli elettori più
difficili tra i Democratici. L’approvazione del 13esimo emendamento doveva
avvenire prima che la Guerra finisse, nessuno l’avrebbe approvato in caso
contrario, e cosa più importante, i Nordisti avrebbero vinto la guerra comunque
per superiorità bellica e l’emendamento sarebbe risultato come un’imposizione
dittatoriale e non come una scelta.
“Scegliere”… sappiamo ancora che cosa vuol dire?
Non mi dilungo oltre, questa che ho raccontato è principalmente
storia, ma ricamata con spunti e riflessioni, ed è un invito ad andare a vedere
questo film; siamo anche in periodo elettorale e a me ha fatto molto bene all’Anima,
chissà che non abbia questo effetto su tutti…
Ma poi lo sappiamo tutti, la Storia ce lo racconta, che gli
Afroamericani non arrivarono ad avere pari diritti se non dopo il 1955, anno in
cui Rosa Parks, una “colorata” si rifiutò di cedere il posto ad un bianco.
Ho trattato il “Great Awakening” in un articolo di un altro
blog, sotto il profilo musicale… qui il link.
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